Galápagos
Per monotonizzare sempre più queste pagine e restare in tema di cibo italiano alle Galapagos, oggi vi parlo dei tortelli e dei fringuelli.
Tortelli
Cristian, di ritorno da una breve vacanza in Italia, mi ha portato una confezione di tortelli Buitoni al brasato. Ovviamente, dopo tanti mesi senza tortelli, mi sono sembrati iper-deliziosi.
Non riuscendo a decidere come condirli, metà li ho fatti con burro salvia e parmigiano, l’altra metà con uno squisito sughetto ai funghi. E me li sono pappati tutti, seduta al tavolone fuori casa.
Fringuelli di Darwin (o Darwin Finches o Pinzónes de Darwin)
I fringuelli di Darwin sono noti perché si sono adattati e a seconda del cibo che avevano a disposizione hanno sviluppato becchi differenti.
Non sta a me spiegarvi tutta la storia, se volete leggetevi qualcosa qua, qua o qua, o cercate su google.
Il punto è che si sono adattati bene anche a noi. E anche se ovviamente è proibito dare da mangiare agli animali, a loro non importa niente e se non glielo dai vengono a prenderselo. Quindi è facile trovarteli in cucina, o nel bidone della spazzatura, o a raccogliere le briciole sotto al tavolo, o radunati intorno a kioski e ristoranti.
Così ci si ritrova con fringuelli mangiatori di cactus e fringuelli mangiatori di bacche che condividono lo stesso panino al prosciutto. Che ne sarà della loro dieta specializzata? Come diventerà il loro becco?
E tutte quelle proteine, non gli faranno male? È forse questo il motivo per cui negli ultimi giorni abbiamo assistito a scene in cui gli uccellini ammazzano geki e se li pappano, o giocherellano come gatti coi poveri topolini per poi mangiarseli?
O forse è proprio qui la loro forza di adattamento, e stiamo assistendo ad un loro cambio evolutivo. C’è nuovo, diverso cibo in casa, più facile da trovare che il cibo che mangiamo di solito? Beh, impariamo a mangiarlo ed evolviamoci per mangiarlo meglio, no?
Ed è così che arriviamo al crudele furto di tortelli da parte dei fringuelli, che irrispettuosi della mia golosità e gioia nel ritrovarmi nuovamente di fronte a un fumante piatto di tortelli hanno deciso di internazionalizzare i loro gusti e farsi una sbafata di cibo italiano
Lo chiameremo scambio culturale? In fondo qualche giorno fa ho assaggiato una delle loro dolcissime bacche…
Forse è stata solo colpa mia, che nella mia grande golosità non mi sono preparata un solo piatto, ma due, e così mentre mangiavo da uno non potevo tenere sotto controllo l’altro
…e loro se ne sono orribilmente aprofittati… grrrr
Se volete vedere decine di foto tutte uguali, in cui uno o due fringuelli si lottano il mio cibo, potete iniziare da qua.
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È arrivato l’inverno. Freddo, pioggia, cielo coperto. Chi l’avrebbe mai detto.
In teoria quando sono arrivata qua a Santa Cruz era ancora stagione fredda, ma a me non sembrava proprio. Non capivo perché, con quel bel calduccio, la gente non si azzardasse a entrare in acqua “per il freddo”, e perché la gente andasse in giro troppo coperta per il clima.
Poi è arrivata l’estate, e mi ci è voluto un po’ per adattarmi al clima caldo umido equatoriale, ma col tempo non solo mi ci sono abituata, ma ne sono diventata dipendente: un solo sabato senza sole, senza sentire quel forte calduccio sulla pelle, e già sentivo che mi mancava qualcosa.
Mmm… sole…
E poi, di colpo, il freddo. Ma proprio di colpo, nemmeno da un giorno all’altro: dal mattino al pomeriggio!
E non venite più a lamentarvi che non esistono le mezze stagioni: qui non sono mai esistite, e non esiste nemmeno il soffice passaggio da caldo a freddo.
La prima notte avevo freddo, e anche il mattino dopo. Ma non ci ho voluto credere. “Frutto della mia mente”, dicevo; “va via il sole e mi viene una strana illusione di freddo”, mi spiegavo. Certo, certo.
E così mi sono ritrovata col raffreddore: mal di gola, naso che cola, mal di testa. In questo modo ho scoperto che anche in mezzo al mare, sulla linea dell’equatore, si può prendere freddo e ammalarsi.
E adesso come faccio? Se non c’è il sole, se fa “freddo”, come potrò andare in spiaggia tutti i fine settimana a rosolarmi le chiappone? Come fare per il bagnetto occasionale nella caletta sotto al mio ufficio?
Mah… forse solo devo smetterla di lamentarmi e preoccuparmi: sono sicura che in un paio di settimane mi sarò sicuramente adattata alla nuova stagione e starò già sguazzando in mare con razze e leoni marini, anche perché oramai, presa una abitudine così, non è più possibile farne a meno!
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Oggi, 20 maggio, compio 6 mesi in questa isola meravigliosa.
Mezzo anno è trascorso… ho conosciuto persone speciali, molte le ho viste andar via, altre le ho viste arrivare. Ho visto posti incredibili, ho vissuto gomito a gomito con animali magici che non esistono in nessun’altra parte del mondo. Ho avuto momenti buoni e momenti difficili; ho litigato e ho amato. Ho passato notti folli, ballando fino all’alba; ho lavorato fino al tramonto.
Ma più importante di ogni altra cosa, mi sono innamorata.
Lo vedo ogni mattina quando mi alzo e quando vado al lavoro; lo ascolto ogni notte quando vado a dormire. Nei momenti difficili mi siedo ad ascoltarlo e ogni volta mi tranquillizza e mi rappacifica con tutto e tutti. Molte volte cerco di stare sola con lui, prendo un libro e, quatta quatta, sparisco e corro tra le sue braccia, sperando che nessuno mi segua. E quando mi spoglio e mi tuffo in lui, tutto si ferma: finalmente siamo uno, e sento veramente che lui è il vero motivo per cui sono qui. L’ho cercato per tanti anni, e una volta ritrovato, si è colmato un vuoto che avevo in me, e che fino al mio arrivo all’isola era rimasto senza nome. Ora quel nome lo conosco, e solo vorrei urlargli il mio amore.
Oceano!…
Sembra proprio che resteró qua ancora un bel po’ di tempo…
Mi hanno allungato il contratto, e da questo mese mi pagano le spese…
Baci e abbracci, saluti da Puerto Ayora! …
Oggi è giorno di compleanni!
Quest’anno è un anno speciale da queste parti: è il Darwin Year. Si celebra il 200° compleanno di Darwin, il 150° compleanno dell’Origine delle Specie e il 50° compleanno della Fondazione Charles Darwin.
E in quest’anno così importante, il giorno più speciale di tutti è il 12 Febbraio, bicentenario della nascita di Darwin. Oggi.
In tutto il mondo questo giorno viene celebrato con conferenze e feste (e alcuni lo chiamano Darwin Day). Qua è un po’ diverso. Qua Darwin è il patrono delle Galápagos. Così come in Italia ogni città ha il suo santo patrono che viene festeggiato per una settimana con sagre, feste e giorno libero, alle Galápagos si festeggia Charles Darwin (che, a differenza dei santi, ha pronipoti vivi che partecipano ai festeggiamenti).
Ci attendono sfilate, feste in spiaggia, concerti, elezione della reginetta di bellezza, concorsi di castelli di sabbia, gare di magliette bagnate…
Con la maglietta del bicentenario, sfoggiando i nostri peggiori sorrisi,
da sinistra: Sam, Anna, Me.
E quindi tra pochi minuti mi alzerò dalla mia scrivania, indossando la maglietta del bicentenario che ci è stata regalata per l’occasione, e, insieme a tutti i volontari e membri dello staff della Stazione Charles Darwin, andrò a sfilare per il paese in festa.
Ma prima, ne aproffitto per fare gli auguri ad Alex: anche l’anniversario della sua nascita cade oggi, ma gli anni festeggiati sono 160 in meno che quelli di Darwin… Però se non fosse per lui, adesso non starei andando a festeggiare in una piazza gremita di gente, pellicani e iguane. AUGURI!!!
Per la parte meno festosa e più conferenzosa di queste celebrazioni, vi invito a prendere parte al GALAPAGOS SCIENCE SYMPOSIUM dal 20 al 24 luglio 2009.
Questo blog partecipa all’iniziativa Blog for Darwin.
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