PanamÃ
Auguratemi buon viaggio, che tra un paio di ore sarò su un aereo per Quito (Ecuador) pronta a iniziare la seconda fase (nonché la più importante) del mio viaggio.
Prima fase del viaggio conclusa bene, riassumibile in: ottimo cibo, tanto caldo, tantissimi parenti.
Adesso vado: le foche mi aspettano!…
In questi giorni non sto facendo molto “turismo  più che altro vado a trovare i miei parenti, gironzolo per i giganteschi Mall della capitale, resto ore inchiodata nel traffico e, di tanto in tanto, visito qualche zona di interesse turistico, a volte a piedi, più spesso in macchina…
Diciamo che la parte “turistica†la voglio lasciare per quando tornerò dalle Galápagos e avrò tutta la calma e il tempo necessario per godermi le bellezze del Panamá…
(anche perché adesso tutte le mattine le passo in ossessive sessioni di studio in cui ripasso tutto quello che devo sapere per riuscire a fare del mio meglio una volta alle Galápagos).
Tra le parti che ho visitato, ce n’è una particolarmente bella, alla quale sono già tornata e ritornata diverse volte, e alla quale spero di tornare ancora, con almeno tre ore a disposizione per una sessione fotografica (sempre che non mi succeda come le ultime due volte che ci sono stata: due foto e *zap* la macchina fotografica, appena caricata, è già simpaticamente scarica).
Si chiama Casco Viejo (ma ha anche altri nomi, tra cui Casco Antiguo o Panamá Antigua — da non confondere con Panamá Viejo) e adesso ve la presento.
Dopo l’incursione di Henry Morgan, che nel 1671 distrusse il centro abitato originario, gli spagnoli spostarono la città 8 km più a sud-ovest, ovvero sulla penisola rocciosa ai piedi del Cerro Ancón. In questa nuova posizione Panamá risultava più facile da difendere, in quanto le scogliere tenevano lontante le navi dalla città permettendo l’ingresso in porto solo con l’alta marea. Sul lato dell’entroterra la città era difesa da una massiccia cinta muraria detta appunto Casco Viejo (“Vecchia Cintaâ€).
Nel 1904, quando iniziò la costruzione del canale di Panamá, la citta non si estendeva oltre i confini dell’odierno Casco Viejo. Con il successivo incremento della popolazione […] i confini della città si spostarono più a est. Fu così che l’elite panamense abbandonò Casco Viejo, condannandola ad un progressivo degrado.
Da alcuni anni Casco Viejo sta tornando a essere una zona residenziale […] Nel 2003 l’UNESCO ha dichiarato Casco Viejo Patrimonio dell’Umanità . Passeggiando per le sue vie acciottolate, tuttavia, ci si rende conto del fatto che paradossalmente parte del suo fascino risiede anche nella presenza di palazzi decrepiti, case abbandonate e ruderi fatiscenti.
Ecco… volevo scrivere qualcosa di mio, ma il riassunto fatto dalla guida Lonely Planet è già perfetto, quindi ho scelto di risparmiare tempo e copiaincollarvelo senza scrupoli…
Questa spiegazione rende abbastanza bene l’idea del caotico mescolotto che c’è in questa zona: chiese barocche, prigioni sotterranee, passeggiate lungomare, case completamente distrutte di cui resta solo la parte esterna, musei, monumenti, ristorantini e bar, teatri, posti dove non vorresti mai trovarti solo di notte poco distanti dai palazzi governativi… e molti bellissimi gatti randagi (tutti in ottima salute)!
La Francia ebbe ruolo molto importante nella costruzione del canale di Panamá; nella foto viola a inizio post potete …
Eccomi arrivata… e finalmente online…
Ho avuto così tanti parenti da andare a trovare che non sono riuscita a usare il computer nemmeno un secondo!!!
Presto vi manderò foto e racconti…
Intanto guardatevi le foto del viaggio:
Il viaggio è andato bene, volevo raccontarvi qualche aneddoto, ma oramai è andato e ci sono altre cose nuove da raccontarvi e così poco tempo a disposizione…
Per le foto, non avendo molto tempo per sceglierle e editarle, le uploaderò la maggior parte così come sono, e magari in un secondo tempo le editerò……